Castel Vigna

Il nome di questa residenza nobile fortificata, sorta alla scadere del XVI secolo, deriva dal luogo nel quale sorse: i Thun possedevano il maso Vigna, dove un tempo si coltivavano viti. Uno degli esponenti del casato, Giovanni Cipriano Thun, amante della tranquillità, non andava d'accordo con il fratello Giorgio Sigismondo e, dopo l'ennesimo litigio, si ritirò al maso Vigna.
La gente lo canzonò definendolo "él barón dél màs" (il barone del maso). Saputo questo Giovanni Cipriano decise di costruire un castello così sfarzoso, da superare per lusso e bellezza sia il castello avito, sia quello rinomato dei conti d'Arsio. La struttura della residenza aveva forma rettangolare, con quattro torri agli angoli con le cuspidi di rame, "ornata internamente con sfarzo e buon gusto, con logge sostenute da graziose colonne di pietra". La tradizione popolare ricorda i "balconi d'oro" e le feste danzanti nelle sale del maniero. Giovanni Cipriano verso il 1630 si trasferì in Boemia: suo nipote Cristoforo Simone installato nel castello di Castelfondo, trascorreva del tempo anche a castel Vigna. Alla morte di quest'ultimo i due manieri rimasero nelle mani di alcuni custodi e alla metà del Settecento gli arredi del complesso passarono nei manieri di Castelfondo e di Braghér. Gli abitanti riutilizzarono molte pietre per la costruzione delle case dei dintorni; anche la colonna della fontana della piazza principale di Fondo sembra provenire da questa residenza (Gorfer A., Guida dei castelli del Trentino, Trento 19672, pp. 702-704).